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Rolfing: molto più che riparare ciò che è rotto



Rolfing: molto più che riparare ciò che è rotto
Il Rolfing è un invito a riallineare il corpo e portarlo in equilibrio – con effetti positivi su postura, movimento e consapevolezza di sé.

Immagina di svegliarti al mattino e avvertirlo subito: quel dolore persistente e tirante alla schiena che ti accompagna da mesi. Hai provato stretching, massaggi, forse anche fisioterapia – ma niente sembra offrire un sollievo duraturo.
Perché? Forse perché la causa principale si trova in un punto completamente diverso rispetto a dove si manifesta il dolore.

È stato proprio questo che mi ha lasciato perplesso verso la fine dei miei studi in scienze motorie. Avevo imparato molto sul corpo, sul movimento e sulla terapia, ma la maggior parte degli approcci sembrava affrontare solo i sintomi. A ogni disturbo corrispondeva un esercizio specifico – ma dov’era il metodo che considerasse il corpo come un sistema veramente interconnesso?

Fortunatamente, le mie ricerche mi hanno portato infine al Rolfing®. L’idea di riallineare il corpo, invece di limitarsi a correggere singole parti, mi è sembrata non solo logica, ma realmente sostenibile. Ma come funziona esattamente? E cosa rende le fasce così speciali?

Fasce: molto più che involucri

Già a metà del XX secolo, la Dott.ssa Ida Rolf riconobbe ciò che oggi viene salutato come una “riscoperta della medicina”: le fasce sono molto più che involucri passivi per muscoli e organi. Permeano l’intero corpo, collegando e separando le strutture allo stesso tempo, e si adattano continuamente ai nostri schemi di movimento e abitudini. Questa rete di tensione ci consente di mantenere una postura eretta con il minimo sforzo, permettendo al contempo movimenti elastici e fluidi.

Le fasce non svolgono solo una funzione meccanica, ma anche sensoriale: sono ricche di recettori fondamentali per la percezione della posizione del corpo e del dolore. In particolare nei tendini, nei legamenti, nelle aponeurosi e nella fascia superficiale (fascia superficialis), si trovano molti più recettori che nei tessuti muscolari. Queste strutture conservano la nostra storia di movimento – e le nostre esperienze di dolore.

Quando le fasce si irrigidiscono, possono limitare gravemente la libertà di movimento. Cicatrici, aderenze o cambiamenti tissutali legati a infiammazioni possono alterarne la struttura, portando a situazioni in cui certi movimenti non sono più percepiti o nemmeno più possibili.

Maggiore libertà di movimento grazie al Rolfing

Questi due fattori – tensione meccanica e consapevolezza propriocettiva – sono al centro di ogni terapia focalizzata sulle fasce. Nel corso della vita, siamo modellati dalla gravità, dalle abitudini e dalla nostra storia individuale di movimento, che ci porta inconsapevolmente a “specializzarci” in certi schemi. Questo può causare sovraccarichi asimmetrici e fastidi cronici.

Ed è proprio qui che entra in gioco il metodo Rolfing: attraverso un lavoro preciso e stratificato sulle strutture fasciali, i Rolfer aiutano i clienti a liberarsi da questi schemi, riconquistando maggiore libertà nel movimento e nella postura – sia esterna che interna.
La classica serie di 10 sessioni di Rolfing offre lo spazio necessario per riorganizzare in profondità gli squilibri strutturali, ridurre i sovraccarichi e instaurare cambiamenti duraturi nella percezione corporea. Molti dolori da sovraccarico si alleviano semplicemente migliorando l’equilibrio. Altri disturbi richiedono un approccio più consapevole o tecniche complementari. Ma ciò che mi affascina come operatore è che ogni processo di Rolfing è unico – ogni persona porta con sé una storia personale.

Dal lavoro sul campo: quando gli schemi si trasformano

Rivedo spesso, nei miei clienti, quei momenti di “aha!” che mostrano quanto il Rolfing possa essere potente:

Mal di schiena: molti sono sorpresi che io non lavori direttamente sulla zona dolorante. Eppure, dopo la sessione, lo notano – il dolore si è attenuato o è sparito.

Artrosi: le persone con artrosi cercano spesso di migliorare le posture compensative. Così facendo, ottengono non solo maggiore mobilità ma spesso anche una riduzione del dolore. “Ho provato di tutto!”: alcuni clienti hanno affrontato innumerevoli trattamenti senza miglioramenti duraturi. Spesso, l’integrazione di stimoli diversi in un approccio olistico fa la differenza – e all’improvviso i blocchi iniziano a sciogliersi. Più che meno dolore: molti raccontano che non è solo il dolore ridotto, ma una nuova consapevolezza corporea a farli sentire più leggeri e liberi.

L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Naturalmente, il Rolfing® non è una soluzione universale per ogni condizione. Ma ciò che facciamo è lavorare in modo coerente con le strutture che collegano tutti i sistemi del corpo. Ed è proprio per questo che attribuisco grande valore alla collaborazione interdisciplinare con colleghi di altri ambiti – e imparo continuamente cose nuove. È anche per questo che, dopo 30 anni di esperienza clinica, trovo ancora stimolanti le sessioni di Rolfing: ogni persona arriva con i propri schemi di movimento, le proprie asimmetrie, le strategie individuali per affrontare la gravità e l’espressione della propria postura interiore.

Differenti qualità tissutali e condizioni pregresse rendono ogni sessione unica. Le prospettive e le tecniche dell’Integrazione Strutturale Rolfing mi forniscono uno strumento potente per accompagnare i clienti verso un maggiore equilibrio e una trasformazione duratura.

Il Rolfing è molto più di un metodo per trattare i sintomi. È un invito a riallineare il corpo e portarlo in equilibrio – con effetti positivi su postura, movimento e consapevolezza di sé. Chi si apre a questo processo spesso sperimenta cambiamenti profondi che vanno ben oltre la semplice assenza di dolore.

 


Autore: Dr biol. hum. Stefan Dennenmoser, Certified Advanced Rolfer® & Rolf Movement™ Practitioner, Ravensburg and Ulm 
Editing: Sabine Becker  | Stefan Dennenmoser in Ulm | Stefan Dennenmoser in Ravensburg
Fonte: https://rolfing.org/articles/blog/rolfing-more-than-fixing-whats-broken


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