Associazione Italiana Rolfing® - Integrazione Strutturale Rolfing®
Associazione Italiana Rolfing® - Integrazione Strutturale Rolfing® - Rolfing®: armonia ed equilibrio nella struttura corporea attraverso il tocco e l'educazione al movimento. Integrazione Strutturale, Postura , Benessere, Fascia
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"Una pioniera nella ricerca sulla Fascia" è il nuovo video realizzato da DIRI (Dr. Ida Rolf Institute®) sulla Dr. Ida P. Rolf e la sua intuizione sul tessuto chiamato Fascia e il suo ruolo sull'equilibrio del corpo umano. Buona Visione Fonte: Vimeo Produttore: DIRI (The Ida Rolf Institute™) Canale: Renaissance Media
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“Mentre i muscoli si ammorbidiscono in risposta alle sue parole e al suo tocco, sembra che la mia scapola destra diventi fluida come su un letto ad acqua. "Non sono sicuro di aver mai provato una sensazione del genere," le dico, ma non importa. Vivien spiega che è semplicemente un modo di reagire del mio corpo per scoprire di cosa ha realmente bisogno, cosa vuole sentire e come vuole essere lasciato andare. A poco a poco i miei muscoli iniziano ad abbandonare una certa tensione di lunga data. " "Ho provato il Rolfing® e questo è quello che è successo" è una testimonianza molto interessante pubblicato sulla rivista Top Santè online sulla prima esperienza Rolfing® del vicedirettore Yvonne Martin. LEGGI TUTTO QUI Articolo tratto dal sito dell'Associazione Europea Rolfing (www.rolfing.org) Fonte Originaria: www.topsante.co.uk Autore: Yvonne Martin (Deputy editor of Top Santè) Rolfer: Vivien Skelton (Certified Advanced Rolfer™ and Rolf Movement™ Practitioner)
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In un recente articolo comparso sulla rivista GEO, si parla della “scoperta” di un universo interno la cui funzione è ancora poco conosciuta. Oggetto dell’articolo è il tessuto connettivo, in particolar modo le fasce. Delle particolari guaine fibrose e biancastre che stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nella ricerca medico-scientifica. Numerosi sono infatti gli studiosi, che partendo da interessi differenti, ne hanno sottolineato la centralità nella genesi e nel mantenimento di diversi disturbi fisici, in particolar modo di quei fastidiosi e cronici dolori dell’apparato muscolo-scheletrico che sembrano non avere un riscontro causale nelle indagini diagnostiche tradizionali (RM, RMI, TC, RX). A parlarne, nell’articolo, è la professoressa Carla Stecco, docente di Anatomia presso l’Università di Padova. Come spesso accade, il punto di partenza è un problema personale. La docente racconta che all’età di 18 anni rimase coinvolta in un incidente stradale che le procurò una distorsione cervicale, problema che risolse con l’applicazione dei protocolli di intervento che normalmente si prescrivono in queste situazioni. Il dolore sparì, i giorni passarono e l’episodio venne archiviato come una brutta parentesi, una pagina nell’album dei ricordi della nostra vita. Con il passare del tempo, racconta la professoressa, e con l’adozione di posture sedentarie e abituali (gli studenti e coloro che lavorano dietro una scrivania hanno ben chiara questa immagine), iniziarono a comparire dei dolori inspiegabili, o almeno di intensità non giustificabile. Tutti, o la gran parte delle persone, sanno bene a cosa si riferisca la docente: quei dolori che ti spingono alla ricerca di un rimedio, che ti portano da uno studio all’altro alla ricerca di una causa ma soprattutto di una soluzione, quelle via crucis che spesso terminano contro un muro fatto da tre semplici parole “Ci deve convivere”. Questa è infatti la frase che molte persone si sentono ripetere al termine di questi pellegrinaggi della speranza su un cammino lastricato di visite mediche, farmaci, iniezioni, terapie, soldi e tempo. Ed è proprio durante questa ricerca che la dottoressa Stecco entra in contatto con un fisioterapista e per la prima volta sente il termine fascia. Nei corsi universitari, durante le dissezioni dei cadaveri, il tessuto connettivo è considerato una parte da eliminare, viene separato dagli organi e dai muscoli senza prestarvi alcuna attenzione. Esso è invece una struttura di raccordo, spiega la professoressa, “il tessuto connettivo lo troviamo ovunque, non solo nei tendini, nei muscoli e nelle cartilagini. Attraversa tutto il corpo come una rete, connettendo le diverse parti dalla testa ai piedi, dall’esterno all’interno. Avvolge e penetra tutti gli organi”. Se fingessimo di togliere tutto dal tronco, fino al tessuto connettivo, la forma umana rimarrebbe completa: ogni organo, muscolo, ogni parte rimarrebbe dov’è, vuota certo, ma comunque ben posizionata e riconoscibile. Ci sono diverse tipologie di tessuto connettivo, che si differenziano sia per il tipo di cellule che lo compongono sia per la natura della matrice extracellulare presente. La natura di questa matrice determina le caratteristiche dei diversi tipi di tessuto connettivo: si va da una matrice extracellulare fluida (sangue e linfa) in cui possono essere trasportati diversi tipi di cellule connettivali (eritrociti, leucociti, ecc.), ad una matrice solida ma lassa che prevede il passaggio dei vasi sanguigni e delle sostanze, fino ad una matrice calcificata (tessuto osseo) che permette di creare strutture resistenti. L’interesse della studiosa è attirato dal tessuto connettivo lasso, che fa parte del “tessuto connettivo propriamente detto”, caratterizzato dalla presenza di numerose cellule con tipologia variabile mentre la sostanza amorfa è povera di fibre e non particolarmente densa, si presenta vischioso ed oleoso ed è disposto tra le diverse fasce, muscoli ed organi, ma anche all’interno dei singoli strati fasciali garantendo l’autonomia dei diversi elementi. Il connettivo lasso, dice la professoressa, permette al corpo in movimento l’armonia dello scorrimento interno. I muscoli infatti sono avvolti da questo tessuto ed ogni contrazione, ogni allungamento vengono trasmessi al tessuto connettivo che accompagna il movimento rendendolo fluido e armonioso. L’ipotesi della studiosa, e di molti altri che si sono avvicinati allo studio della fascia, è che questo tessuto, così come facilita il movimento può anche ostacolarlo, o più in generale, così come è coinvolto nel mantenimento di uno stato di benessere ed equilibrio tra le parti, può anche essere causa di dolore. Soprattutto se consideriamo che l’80% delle terminazioni libere dei nervi si trova nel tessuto connettivo sottocutaneo che delimita i muscoli. La rete connettivale è quindi piena di sensori del movimento e di nocicettori (i recettori del dolore), e contribuisce anche alla propriocezione, ossia alla capacità di riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e di percepire il movimento. Gli studi sulla fascia hanno condotto gli studiosi ad ipotizzare che la causa del dolore non risieda solo nei muscoli e nelle articolazioni, ma potrebbe essere legata ad una alterazione delle fasce. Se i muscoli sono deboli, ad esempio per mancanza di movimento, il tessuto connettivo prolifera, si verifica cioè una produzione eccessiva di collagene che ne provoca l’irrigidimento. Strati rigidi e tesi causano dei blocchi, riducono l’azione lubrificante del tessuto connettivo, e questo impedisce ai vari elementi (muscoli, tendini, ecc.) di scivolare tra di loro. Questa mancanza di scorrimento limita la capacità di muoversi generando al contempo dolore. La docente nell’articolo utilizza una metafora di forte impatto, ossia paragona la fascia alla seta: immaginate due strati di seta che scorrono l’uno sull’altro, e poi immaginate la stessa operazione di sfregamento realizzata con del lino grezzo; la sensazione evocata dalla seta è quella che si ha quando le fasce sono “in buona salute”, quando si verifica una alterazione le fasce diventano come lino, fino addirittura ad incollarsi del tutto come fossero velcro. Robert Schleip, psicologo, Rolfer, biologo umano e fisioterapista, studia la fascia da anni presso il laboratorio dell’università di Ulm, in Germania. Egli sostiene, che essendo la fascia presente ovunque, un movimento del braccio si ripercuote sul piede, ossia che ogni movimento non rimane circoscritto alla sola parte che lo esegue e che in esso è coinvolta, ma si trasmette anche a zone limitrofe o molto lontane del corpo. Questo perché la fascia è come una sorta di rete che trasmette la forza meccanica in ogni punto del corpo umano. L’interconnessione delle parti spiega perché una lesione in basso può avere conseguenze in un punto più in alto del corpo. Anche in questo caso la verifica è abbastanza semplice da fare. Se cerchiamo nel nostro album mentale sicuramente troveremo il ricordo di una qualche esperienza capitata a noi o ad altri in cui, in seguito ad un problema ad un piede o ad un ginocchio, si sia manifestato un dolore alla schiena, o in cui una tensione cronica della mano abbia causato un dolore alla spalla. Queste sono situazioni di compensazione, il corpo si adatta assumendo una postura che permetta di non sentire dolore, ma con il tempo porta ad un peggioramento della situazione; ed è vero anche l’inverso, ossia una postura protratta per un lungo periodo di tempo può portare alla fissazione di una parte con una conseguente riduzione di mobilità e dolore. Le fasce, come ogni altra cosa, subiscono l’effetto del tempo diventando meno flessibili, ma sono soprattutto le micro lesioni non diagnosticate a causare dolori: distorsioni, contusioni, ferite, cicatrici post-operatorie, movimenti sbagliati…quei piccoli traumi quotidiani a cui non diamo peso, ma che con il tempo tornano a farsi sentire. Le fasce sono infatti molto sensibili sia a stimoli meccanici come l’attività fisica o la sua assenza, sia a stimoli psicologici come lo stress, e anche una errata alimentazione può influire su di esse. Una volta che questo processo “degenerativo” si è innescato, cosa possiamo fare? Robert Schleip afferma che “chi non si muove, si blocca”. L’attività motoria regolare stimola infatti il tessuto connettivo ed ha effetti anti-fibrotici: entro 72 ore dal movimento i fibroblasti iniziano a produrre nuovo collagene, e materiali molecolari, per sciogliere le catene infeltrite. Tuttavia questo lavoro di rinnovamento è molto lento e lungo, occorre infatti un anno per rinnovare metà del collagene presente nell’organismo. Solo dopo questo periodo sono riscontrabili miglioramenti nell’intera struttura corporea. Ma quando il corpo è ormai compromesso, il movimento non basta, bisogna fare di più. Ed è qui che intervengono tutti quegli approcci, spesso olistici, che agiscono sul connettivo. Come l’agopuntura, oggetto di studio della dottoressa Helene Langevin docente presso la facoltà di medicina di Harvard, a Boston. La quale ha rilevato come la torsione dell’ago nell’agopuntura classica stimoli una reazione meccanica nel connettivo facilitando l’eliminazione del collagene vecchio e la produzione del nuovo. Questo effetto anti-fibrotico si ottiene anche con i lenti e delicati allungamenti delle fasce nello yoga, o con la pressione e gli allungamenti manuali, soprattutto in quelle discipline che hanno come target il tessuto connettivo, come l’osteopatia, il massaggio connettivale, la terapia del trigger point, la manipolazione fasciale, il metodo di distorsione fasciale, e il Rolfing, già citato parlando di Schleip, che unisce alla manipolazione anche una educazione al movimento. Ispirato all’omonimo articolo comparso sulla rivista GEO. Rielaborazione e stesura a cura di Carla Ranalli, Certified Rolfer™ e Rolf Movement Practitioner
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FASCIA ORGANO SENSORIALE La ricerca contemporanea ci ha rivelato che la fascia è un organo sensoriale: In questo webinar, il dott. Robert Schleip, da vero divulgatore scientifico approfondirà il significato di questa definizione e delle relazioni fra fascia e sistema nervoso autonomo. Ecco alcuni estratti dal webinar tenuto da Robert Schleip, ricercatore internazionale noto per le sue scoperte sulla Fascia. Schleip è stato il promotore del primo congresso internazionale ad essa dedicato: “Fascia Research Congress” ormai giunto alla sesta edizione . È un Rolfer™, Biologo umanista e Psicologo. Dal 2008 è il direttore del gruppo di ricerca sulla fascia, della divisione di neurofisiologia presso l’Università di Ulm – Germania. Il corso è stato erogato attraverso piattaforma online Zoom, con la moderazione di Marina Blandini e l'intervento di: Rita Geirola, Membro della Facoltà europea di Rofling® e Rolf Movement™, insegnante Feldenkrais, insegnante Pilates Pierpaola Volpones, Chair della Faculty Europea del Rolfing®, insegnante internazionale di Rolfing e Rolf Movement. GUARDA LA PLAYLIST QUI
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Daniela Risser è Massofisioterapista e Certified Rolfer™. Maggiori informazioni: Facebook: Rolfing & Functional Movement @tecnichecorporeeintegrate Sito Web: www.danielarisser.com E-mail: info@danielarisser.com
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Dalla rubrica "Ho cura di me: scelgo il Rolfing®" promossa dall'Associazione Italiana Rolfing® e Formazione Rolfing® Italia: curiosità, aneddoti e conversazioni dal mondo della comunità italiana dei Rolfer™. Ecco il terzo incontro con Cristina Lazzarini & Annalisa Di Salvo, Certified Rolfer™
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"Un percorso di riabilitazione fisioterapico è importante per ogni atleta professionista in fase di recupero da un infortunio, ma la pratica meno nota del Rolfing® potrebbe assolvere a ciò che il medico ha prescritto." Così asserisce Dee O’Keeffe in un interessante articolo pubblicato su www.independent.ie il 24 ottobre Maggiori informazioni e articolo completo qui: https://rolfing.org/could-rolfing-give-you-a-marathon-edge/ Fonte: European Rolfing® Association
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Dopo molti anni in cui è stata poco considerata, oggi i ricercatori ed i biologi di tutto il mondo stanno dedicando ricerche approfondite allo studio di un particolare tipo di tessuto connettivo: le Fasce muscolari, ossia quella rete di guaine fibrose e biancastre che attraversa tutto il nostro corpo. Le Fasce stanno assumendo un ruolo sempre più importante nell’ambito medico-scientifico, tanto che alcuni esperti le individuano come un “nuovo sistema di comunicazione del corpo”, una sorta di rete vitale dalle potenzialità ancora inespresse. Per la medicina si tratta di un campo del tutto nuovo, che consente di passare dall'immagine di rigida struttura ossea ad un modello dinamico, costituito dal tessuto connettivo delle fasce che si estende attraverso l’intero organismo e supporta ogni parte interna del corpo. Quel che è poco noto è che il tessuto connettivo è una struttura di raccordo, che funziona come un vero e proprio nuovo organo e che si trova ovunque: nei tendini, nei muscoli, nelle cartilagini, connettendo la testa coi piedi ed avvolgendo e penetrando in tutti gli organi. Per capire l'importanza delle Fasce, immaginiamo che se eliminassimo tutto quello che c'è dal tronco del nostro corpo, fino ad arrivare al tessuto connettivo, la forma umana rimarrebbe comunque completa: sarebbe un corpo dentro un corpo. Ma se provassimo a separare il tessuto connettivo dagli organi, ci troveremo di fronte ad un compito impossibile, perché la Fascia muscolare penetra molto più a fondo del semplice strato di rivestimento ed avvolge ogni singola cellula muscolare, come fosse una sorta di alveare organico. La Fascia: ecco com'è formato uno degli organi di senso più importanti Per capire quanto sia importante la Fascia basti pensare che ben l’80% delle terminazioni dei nervi si trova nel tessuto connettivo che delimita i muscoli nella zona sottocutanea. Tale rete è densa di sensori di movimento ed è fondamentale per la propriocezione, ossia per quella capacità di riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e di percepirne il movimento. Il tessuto connettivo, oltre ai sensori di movimento, è anche ricco di recettori del dolore: potendo farci provare dolore, può divenire esso stesso la causa di malessere. Ciò può accadere, ad esempio, nella Fascia toraco-lombare, la quale sovente può essere la fonte di mal di schiena che appaiono altrimenti inspiegabili. In situazioni simili, le cause del dolore non risiedono quindi solo nei muscoli o nelle articolazioni, come invece si è sempre pensato, ma potrebbero essere dovute all’incapacità del tessuto connettivo di svolgere il suo ruolo di 'lubrificante'. Serve allora che un trattamento manuale in grado di riequilibrare questo malessero, che renda le fasce nuovamente scorrevoli tra loro e promuova lo scivolamento degli strati uno sull’altro. Gli studi sulla Fascia e le ricerche del Dr. Robert Schleip Robert Schleip, Rolfer, biologo umano, psicologo e fisioterapista è tra i più grandi studiosi della Fascia al mondo. Schleip è riuscito a dimostrare, in maniera scientifica, cosa accade quando la Fascia viene sottoposta a trattamenti manuali. Lo studioso ha sottoposto la Fascia a dosi di stress meccanico e ha dimostrato che questa può contrarsi indipendentemente dal muscolo. Si tratta di una scoperta eccezionale, da cui emerge la possibilità che possa essere anche il solo tessuto connettivo, e non più il muscolo, a trasmettere dolore al resto del corpo. In questo modo scopriamo che delle lesioni croniche delle mani possono causare dolori alle spalle, che piccole distorsioni del ginocchio possono provocare il mal di schiena e così via. Sebbene l’avanzare delle età renda le fasce meno flessibili, non è questo il fattore principale che determina il dolore: a causarlo sono soprattutto le micro lesioni non diagnosticate, siano esse distorsioni, contusioni oppure ferite. Essendo le Fasce molto reattive agli stimoli meccanici, inoltre, anche il poco o troppo sport può causare problemi fastidiosi, così come ad influire sul nostro benessere possono esser lo stress o un'alimentazione errata. Negli ultimi anni, poi, si è scoperto che molte patologie diffuse possono derivare da problemi al tessuto connettivo: la spalla congelata, le vene varicose, il bruxismo, patologie dell’intestino e dei polmoni, dell’anca o del ginocchio, malattie reumatiche. E non solo. Secondi i recenti studi sembrerebbe che lo scorrimento dei tessuti sia così fondamentale per la nostra salute che i ricercatori stanno prendendo in considerazione anche la sua influenza su patologie gravi come il cancro e il tumore maligno. Come tenere le Fasce in salute? Ad aiutarci c'è il Rolfing Cosa si può fare contro “l’infeltrimento” delle Fasce? A riguardo, Robert Schleip dice: “chi non si muove si blocca”. I movimenti elastici, infatti, stimolano il benessere delle Fasce, a patto che all’organismo venga dato il tempo di adattarsi ai cambiamenti. Saltellare, ballare, correre a piedi nudi su terreni diversi o fare arrampicata aiutano lo scorrimento dei tessuti,ma prima è necessario 'sbloccarsi', attraverso metodi di lavoro che prevedano la manipolazione delle fasce per sciogliere le tensioni e lenire il dolore. Il metodo più efficace per farlo è il Rolfing, la tecnica ideata dalla biochimica americana Ida Paolina Rolf che, già alla metà del secolo scorso, attribuiva alla fascia un ruolo decisivo nell’insorgenza del dolore e negli errori di postura. In un ciclo di dieci sedute, il Rolfing è in grado di ristabilire la corretta condizione delle Fasce, grazie alla combinazione di massaggi del tessuto connettivo in profondità ed esercizi di postura. Tratto dall’articolo della professoressa Carla Stecco pubblicato su Geo Italia. Sintesi di Maria Rosaria Busia, Certified Rolfer™, Rolf Movement™ Practitioner
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Quando l’occhio mi cade su disegni anatomici raffiguranti il corpo femminile durante la gravidanza, rimango colpita ogni volta di quanto il corpo delle donne sia disponibile ad aprirsi, cambiare ed accogliere.... (Parlando di Rolfing) Le donne che hanno “preparato” il loro corpo per questa rivoluzione, rendendosi più elastiche e fluide, integrate con la gravità, sicuramente risentiranno meno della sollecitazione che il peso del pancione darà sulla zona lombare, distribuendo e scaricando il peso a terra in maniera più economica. Inoltre, dopo il parto, il recupero dell’integrazione strutturale sarà più veloce, magari preparando il corpo per una seconda gravidanza, o comunque rendendo più lievi le incombenze soprattutto fisiche dei primi anni del bimbo. LEGGI TUTTO Articolo tratta dal blog di Maria Cristina Crivellari (https://www.cristinacrivellari.it/) - Certified Advanced Rolfer™ e Rolf Movement™ Practitioner
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Ed eccoci giunti all'ultimo incontro della serie: ROLFING • TERAPIA FASCIALE • ARTI CORPOREE Il 14 Maggio alle ore 18:00 sul canale Facebook di AIR, sarà trasmesso un live meeting con tema: Rolfing Pilates Gyrotonic: La Fascia, organo di Forma e percezione per modulare stabilità, tono, coordinazione Partecipazione libera, basta andare nella pagina Facebook di AIR e attendere l'inizio della live Durata: 1h – Piattaforma Facebook Moderatrice: Marina Blandini, Advanced Rolfer e operatore Rolf Movement Interverranno: Rita Geirola, membro della Facoltà europea di Rofling e Rolf Movement, insegnante Feldenkrais, insegnante Pilates Nicola Carofiglio, Rolfer, membro facoltà europea di Rolf Movement, danzatore, coreografo, istruttore di Gyrotonic e Gyrokinesis Vito Santorsola , Rolfer, operatore Rolf Movement, insegnante di Pilates, Gyrotonic, Gyrotoner, Gyrokinesis Pierpaola Volpones - Chair della Faculty Europea del Rolfing In regia Eleonora Celli, presidente di FRI – Formazione Rolfing Italia SEGUICI SU FACEBOOK! Resta informato! Accedi alla pagina e metti un mi piace per essere avvisato quanto il webinar sarà trasmesso. Non hai un profilo Facebook? Nessun problema, i giorni successivi il video sarà reso disponibile qui e sul canale YouTube Ufficiale Tra ricerca, tradizione, innovazione e applicazione, in occasione del 125esimo anniversario della nascita di Ida Pauline Rolf, l'Associazione Italiana Rolfing, a partire dal 20 Marzo, ha lanciato una serie di incontri tematici, online e gratuiti, con diversi professionisti del lavoro corporeo, che hanno già integrato, con successo, nel loro flusso di lavoro quotidiano le ultime scoperte sulla Fascia. Un'apertura alla conoscenza di come la geniale intuizione di Ida Pauline Rolf abbia orientato la Ricerca Scientifica e di come le relative scoperte abbiano migliorato la pratica professionale.
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"Il Benessere corporeo (e non solo) si esprime nella forma e nella fluidità del movimento. Il Rolfing®, in breve tempo, ridà forma al tuo benessere in modo visibile e duraturo. Grazie al lavoro sulle Fasce e alla rieducazione corporea possiamo ringiovanire il nostro corpo e riapropriarci di una flessibilità e fluidità da tempo dimenticata.“ maggiori informazioni su www.rolfingveneto.org maggiori informazioni su Roberto Rosolen qui
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Dare forma al proprio benessere con il Rolfing® significa ripristinare il funzionamento armonico del proprio corpo attraverso il tocco sensibile e deciso del Rolfer®, liberando il corpo dalle sue restrizioni e riallineando la tua postura rispetto al campo di gravità, rendendola al contempo più armonica ed equilibrata. "Quando il corpo riesce a lavorare in modo appropriato, la forza di gravità può fluire attraverso di esso. Quindi spontaneamente il corpo guarisce se stesso" (Dr. Ida P. Rolf) Con l'arrivo dell'Autunno tornano anche i dolori di sempre: mal di schiena, mal di collo, mal di gambe, spesso si assiste ad un calo delle performance atletiche e il corpo appare meno elastico. Grazie al Rolfing puoi: Aumentare il benessere individuale Rendere il movimento più fluido ed efficiente Migliorare la consapevolezza del tuo corpo Utilizzato come metodo di integrazione strutturale da numerosi professionisti dello sport, della danza, del canto e della musica in genere, il Rolfing permette anche di portare le proprie prestazioni ad un livello successivo limitando e/o prevendendo condizioni di stress eccessive e facilitando il recupero post-traumatico. Qual'è il primo passo per star bene? Volerlo! Chiama il Rolfer Certificato e autorizzato più vicino alla tua città e richiedi un primo incontro, solitamente non impegnativo; puoi trovarlo in autonomia con il toolkit "Trova un Rolfer" oppure contattandoci per essere poi indirizzato dalla nostra segreteria. Inizia oggi il tuo percorso di benessere: TROVA UN ROLFER CHIAMA INVIA UNA E-MAIL
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Ho fatto le prove di quintetto e non ho avuto alcun problema alla spalla. Ho suonato benissimo... e ho sentito la mano più libera Eseguire gesti ripetuti, senza la consapevolezza di poter affinare il dialogo che il nostro corpo ha con la gravità, può causare rigidità, problemi cronici, affaticamento e limitazioni. Il Rolfing® quando applicato a musicisti, migliora le performance e permette di affrontare rapidamente i percorsi di recupero. Ecco la testimonianza audio di una Violinista professionista dopo le sue sedute con la nostra Eleonora Celli, certified Rolfer in Rimini. VAI ALLA TESTIMONIANZA Eleonora Celli, scrive: "Un esempio di come il tocco attento del Rolfing, che agisce sull'organo della forma corporea (interstizio), e l'educazione all'ascolto consapevole del movimento, riesca a rendere più fluido il movimento nell'intera persona, integrando il gesto artistico, con risultati che portano al miglioramento delle performance artistiche e al migliore utilizzo dell'energia psicofisica." Fonte: movely.it Rolfer: Eleonora Celli - Certified Rolfer e Presidente di Formazione Rolfing Italia
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Ecco un estratto dell'intervista a Jakob Reichardt - Certified Rolfer®, B.Sc. Sport Science, Licensed Strength & Conditioning Coach - pubblicata su European Rolfing Association, in cui ci racconta come e perchè il Rolfing è un valida integrazione nelle routine di atleti professionisti e amatori. "Quando ho iniziato i miei studi in Scienze dello Sport, presso l'Università Tecnica di Monaco, parte del lavoro, delle idee e dei concetti del Rolfing mi erano già familiari. Avevo finito la mia prima serie di dieci poco prima dell'inizio del mio primo semestre ed avevo ancora l'impressione di essere "rolfato". Sebbene non riuscissi davvero a concepire il motivo per cui il mio corpo stesse cambiando, c'era una sensazione di interconnessione nei movimenti che mi ha toccato profondamente e sono stato in grado di trasferirla nella mia routine atletica personale (...) Quali benefici può portare Rolfing® agli atleti e a coloro che si allenano? Dal momento che ciascuno dei nostri clienti è unico per se stesso, penso che non si possa fare un'affermazione generalizzata sui vantaggi che il Rolfing offre per le prestazioni atletiche (...) Per gli atleti professionisti ad alte prestazioni devono essere considerate due cose. In primo luogo, l'aspetto della tecnica specifica per lo sport dell'atleta. Un sistema di complesse abilità motorie specifiche per lo sport che vengono acquisite attraverso anni di formazione. Sebbene vi sia una discreta variabilità, soprattutto tra gli atleti di livello mondiale, i requisiti motori specifici dello sport sono gli stessi. Quindi, qualunque input diamo, l'atleta lo elaborerà attraverso i requisiti motori della sua disciplina. La seconda considerazione riguarda la velocità e le sue derivate. A parte le poche discipline incentrate sulla resistenza, come la maratona, in quasi tutti i principali sport la capacità di creare la massima forza nel minor tempo costituisce una delle principali caratteristiche atletiche per cui si allenano atleti professionisti/ad alte prestazioni. In un ambiente competitivo in particolare, rapidità e reattività ridotte saranno svantaggiose. Una delle prime osservazioni che ho potuto fare sugli atleti professionisti/ad alte prestazioni è stata sul beneficio di recupero delle sessioni. Nei periodi tra una competizione e l'altra o dopo lunghi periodi di allenamento, siamo stati in grado di diminuire il tono simpatico e la qualità del tessuto ammorbidito. L'azione calmante del sistema neuro-fasciale ha anche permesso ai dolori acquisiti in quei lunghi periodi di performance di diminuire. Come Rolfers possiamo contribuire fortemente al processo di recupero di un atleta. Un atleta sufficientemente recuperato può accedere più velocemente alle proprie risorse, l'atleta può allenarsi più duramente e di conseguenza progredire ulteriormente nella propria disciplina." Leggi tutto sul sito di European Rolfing Association, clicca qui Autore: Certified Rolfer®, B.Sc. Sport Science, Licensed Strength & Conditioning Coach, Jakob Reichardt - Germany Photo Credit: Jakob Reichardt
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Ecco la versione sottotitolata in italiano del video: ROLFING - Unique in its approach. Un video prodotto dall'Associazione Europea Rolfing® (ERA) in occasione del "In Connection Meeting", Congresso Generale tenutosi a Berlino nel Novembre 2018 che ha visto la partecipazione di Rolfer™ provenienti da ben 14 Paesi Europei. Nel video Interviste a ricercatori, docenti e Rolfer™ provenienti da tutto il mondo, i quali offrono una panoramica di ciò che oggi il Rolfing® rappresenta e di come esso si stia evolvendo a fronte delle numerose evidenze scientifiche nell'ambito. In Ordine di apparizione: Robert Schleip, Ph.D (Germany), Thomas W. Findley, MD, PhD (USA), Bibiana Badenes (Spain), Peter Schwind (Germany), Suzanne Picard, MFA (USA), Rita Geirola (Italy), France Hatt-Arnold (Switzerland), Marcel Teeuw, Sibyl Darrington (UK), Keith Graham (UK), Pierpaola Volpones (Italy), Wolfgang Baumgartner (Germany), Jim McMahon (Ireland), Richard Ennis (USA), Julia Isbarn (Germany), Lisa Praller (Germany), Christina Howe (USA), Russel Stolzoff (USA), Marina Blandini (Italy), Ruth Frömpter (Austria), Pedro Prado, PhD (Brazil), Begona Fontana Urriza (Spain), and Delara Tiv (Switzerland) Un ringraziamento speciale a : John Armstrong (Germany), Andrea Brighi (Italy), Nicola Carofiglio (Italy), Charlotte Fraser (UK), Karen Arane Salwa (Switzerland), Paula Mattioli (Brazil), Raffael Oberhuber (Italy) Concept and Direction: Marina Blandini Intervistatori: Marina Blandini and Keith Graham Editing Video: Andrea Scirè and Tiziana Scuderi - royalacademy.it Prodotto e Supportato da European Rolfing® Association e.V. (rolfing.org)
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Ecco la bella video testimonianza di Thomas rilasciata dopo un mini ciclo di sedute, a Pierpaola Volpones, Certified Advanced Rolfer™, Rolf Movement practitioner e Insegnante Internazionale di Rolfing®. "Thomas ha 16 anni; è venuto da me la prima volta a 13 anni, su suggerimento della sua mamma che era stata una mia cliente per il Rolfing. E’ sempre stato un ragazzino alto e snello e, come accade a molti adolescenti, la sua zona lombare tendeva ad essere raddrizzata e aveva perso la naturale lordosi. Come conseguenza, le spalle e il collo tendevano ad essere in avanti. Con la prima serie di sedute abbiamo raggiunto un buon risultato. Nell’ultimo anno è cresciuto in altezza di almeno 5 centimetri; la crescita rapida gli ha provocato qualche fastidio alla schiena ed è stata una idea sua di prenotare qualche seduta di richiamo. Scopri di più! Chiedi maggiori informazioni al Rolfer™ più vicino a te... SCOPRI COME
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La corsa o lo sprint mette una notevole prova il nostro corpo, soprattutto il sistema muscolare e scheletrico... questo è ancor più accentuato nei podisti. Una buona postura e una capacità di movimento efficiente sono essenziali per i podisti! Gli atleti possono utilizzare il metodo di Rolfing® per ottenere un allineamento ottimale del loro corpo e migliorare la propria consapevolezza. Attraverso il Rolfing, i podisti possono infatti aumentare la loro flessibilità, facilitare la respirazione e ridurre il dolore causato dalla tensione fisica. Miglioramento della Prestazione Atletica Il Rolfing può aiutare i podisti a evitare posture scorrette e infortuni allineando idealmente i loro corpi. Rilasciando aderenze e indurimenti nel tessuto connettivo, possono essere migliorate la flessibilità e la mobilità, aumentando la lunghezza della falcata e l'ampiezza di movimento. Tecniche speciali di Rolfing possono anche rilassare i muscoli del torace e aprirlo per consentire una respirazione più efficace, il che è particolarmente importante per i podisti, poiché la respirazione trasporta ossigeno ai muscoli. Il modello mostrato in basso, presso il Museo BODY WORLDS di Berlino, permette una maggiore comprensione della Funzione Muscolare durante la Corsa Analizziamo questo modello: I muscoli scheletrici che le persone possono muovere volontariamente si sovrappongono in modo multistrato, determinando il contorno esterno del corpo. I muscoli in movimento differiscono da quelli rilassati per la loro lunghezza. Più si tendono, più si accorciano. Questa tensione è chiaramente visibile nel modello, poiché i muscoli si contraggono completamente per mettere il podista in movimento. Il torace aperto centralmente del podista permette di osservare i polmoni e il cuore, che sono organi essenziali per gli atleti: il cuore pompa sangue attraverso la circolazione e i polmoni sono responsabili della respirazione. Il Rolfing come Parte del Piano di Allenamento dei Podisti La Rolfing® Structural Integration non lavora solo con il tessuto connettivo, ma considera l'interazione di tutti gli elementi del corpo, come fascia, muscoli, ossa e legamenti. Molti podisti soffrono di dolori legati all'uso eccessivo o agli infortuni. Rilasciando tensioni e blocchi nel tessuto connettivo durante il Rolfing, tali dolori possono essere alleviati e idealmente evitati. Per ogni podista professionista, il Rolfing® potrebbe e dovrebbe essere una parte importante e regolare del proprio piano di allenamento. Un piano che potrebbe includere esercizi specifici per migliorare forza e resistenza, nonché esercizi di stretching e rilassamento per migliorare le prestazioni complessive nella corsa. Articolo Originale pubblicato su European Rolfing Association, clicca qui per leggerlo
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L'Evento “LA CURA DI SE’ attraverso il MOVIMENTO” è organizzato dall’Associazione Culturale “Danza E-Mozione”; un momento di incontro per rinnovare la salute psicofisica con 3 lezioni di movimento organico posturale e dinamico, tenute da professionisti del settore. L'evento si terrà nella natura del “Feotto” a Marina di Cottone (Me) – Fiumefreddo di Sicilia. Maggiori informazioni sull'evento qui Marina Blandini è Certified Advanced Rolfer™ e Rolf Movement™ Practitioner, membro del direttivo dell'European Rolfing® Association Fonte: www.rolfingsicilia.it
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"Il congelamento del tessuto connettivo prima del successivo fissaggio ha preservato l'anatomia di questa struttura, dimostrando che fa parte della sottomucosa e di uno spazio interstiziale riempito di fluido precedentemente non apprezzato, drenato ai linfonodi e supportato da una complessa rete di fasci di collagene densi". Così recita l'abstract di un recente articolo scientifico: "Structure and Distribution of an Unrecognized Interstitium in Human Tissues" pubblicato su Scientific Reports il 27 Marzo scorso. Ecco il link all'articolo integrale
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In Italia i Rolfer™ anche a casa non si fermano mai! Data l'emergenza sanitaria e l'obbligo di stare in casa, sono numerosi i Rolfer™ italiani che hanno deciso di produrre piccoli video homemade per offrire consigli o suggerire semplici tecniche per "Star Bene in Casa ai Tempi del corona virus". A partire da questa settimana dunque saranno condivisi sulla nostra pagina facebook anche i contributi video che i vari Rolfer™ Italiani stanno producendo in questo periodo di stop. Se sei un Rolfer™ e hai prodotto il tuo video segnalacelo tramite messanger, puoi usate anche il popup in calce a questa pagina. SEGUICI SU FACEBOOK #iorestoacasa #rolfing